L’intervento chirurgico per la sostituzione protesica di un’articolazione danneggiata rappresenta una strategia risolutiva per ripristinare la funzionalità articolare ed eliminare il dolore quando gli approcci di tipo conservativo si rivelano inefficaci.
Il decorso postoperatorio dopo un intervento chirurgico di protesizzazione prevede diverse fasi finalizzate al pieno recupero del paziente operato.
L’immediato post-intervento
Al termine dell’intervento il paziente viene sottoposto a un monitoraggio dei parametri vitali prima di essere riportato in reparto.
All’arto operato viene applicato un bendaggio compressivo e, nel caso della protesi d’anca, viene posizionato un distanziatore tra le due gambe per evitare che il paziente possa incrociarle.
A livello locale, nell’area sede della ferita chirurgica viene applicata la crioterapia (ossia la terapia del freddo).
Vengono inoltre somministrate le terapie mediche opportune: dagli antidolorifici alla terapia anticoagulante, indispensabile dopo un intervento di artroprotesi di ginocchio o anca per evitare il rischio di insorgenza di problematiche tromboemboliche.
Il giorno stesso dell’intervento, non appena l’anestesia lo consente, il paziente viene invitato a muovere l’arto operato secondo le indicazioni del chirurgo; nel caso di protesi di ginocchio o anca, con il supporto del fisioterapista, il paziente inizia a scendere dal letto, mettersi in piedi ed eseguire i primi passi con le stampelle.
Il dolore postoperatorio
Una delle problematiche che spaventano maggiormente i pazienti che devono essere sottoposti a un intervento di chirurgia protesica è il dolore postoperatorio, un evento normale ma estremamente variabile e soggettivo, anche in relazione alla soglia di dolore individuale.
Nel caso della protesi totale di ginocchio, circa la metà dei pazienti lamenta dolore intenso le prime due settimane successive all’intervento e 2 su 3 riferiscono dolore che influenza la qualità della vita e del sonno nei primi 3 mesi dopo l’operazione.
Il dolore viene in genere controllato grazie alla somministrazione di farmaci antidolorifici, via via ridotti fino a essere utilizzati al bisogno in relazione alla percezione dolorosa del paziente.
Oltre al disagio e alla sofferenza provocati al paziente, il dolore può avere un impatto sostanziale sul decorso ospedaliero e influire negativamente anche sul percorso di recupero postoperatorio. Il dolore postoperatorio prolungato, infatti, determina una maggiore assunzione di analgesici e un allungamento del periodo riabilitativo.
Una gestione appropriata del dolore postoperatorio rappresenta quindi un fattore strategico per massimizzare i risultati desiderati e la soddisfazione del paziente e un elemento cruciale al fine di permettergli di effettuare una mobilizzazione precoce dell’articolazione.
La mobilizzazione precoce
L’inizio precoce del percorso riabilitativo è essenziale per garantire il successo dell’intervento.
Dal giorno successivo all’intervento il paziente esegue due sedute riabilitative al giorno con il fisioterapista che gli farà svolgere una serie di esercizi e di movimenti attivi e passivi mirati al pieno recupero della funzionalità articolare.
L’autonomia di movimento del paziente viene poi aumentata giorno dopo giorno, per esempio con tratti di cammino sempre più lunghi fino alla salita e discesa delle scale, in modo da garantirne l’autonomia nelle attività di base della vita quotidiana e procedere con le dimissioni.
Dimissioni rapide con il fast track
Per l’impianto di una protesi di ginocchio utilizziamo tecniche mininvasive e metodiche di tipo “fast track”, un approccio multidisciplinare eseguito già a partire dalla fase preoperatoria per ottimizzare la condizione di salute del paziente, ridurre lo stress chirurgico e migliorare il recupero dopo l’intervento. In particolare questi protocolli consentono di limitare il sanguinamento intraoperatorio (e di conseguenza la necessità di trasfusioni di sangue), diminuire il dolore postoperatorio e ridurre il periodo di degenza ospedaliera, raggiungendo i traguardi funzionali in un lasso di tempo inferiore rispetto ai protocolli standard.
Dopo un intervento di artroprotesi di ginocchio o anca, grazie al fast track le dimissioni avvengono in 3-4 giorni con un livello di autonomia del paziente molto elevato (capacità non solo di deambulare ma anche di salire e scendere le scale) e la possibilità di proseguire il percorso riabilitativo al proprio domicilio.
Il protocollo “fast track” viene utilizzato, quando possibile, anche per la gestione del paziente sottoposto a intervento di chirurgia protesica d’anca, in cui l’impiego di accessi mininvasivi (come la via anteriore) consente di non sacrificare tendini, muscoli e legamenti determinando un recupero più rapido della funzionalità articolare.
Dopo le dimissioni
Dopo le dimissioni al proprio domicilio è fondamentale che il paziente prosegua con regolarità il percorso riabilitativo iniziato in ospedale, e segua le raccomandazioni del chirurgo ortopedico e del fisioterapista anche in termini di attività non raccomandate o sconsigliate.
I pazienti anziani che vivono soli e sono impossibilitati a effettuare la riabilitazione a casa propria vengono assistiti nella riabilitazione in strutture dedicate.
A circa un mese dall’intervento, nel corso della prima visita di controllo, il chirurgo esamina la lastra radiografica dell’arto operato (per verificare il posizionamento della protesi) e la ferita chirurgica; vengono inoltre valutati la funzionalità articolare, il tono muscolare e la mobilità, anche al fine di dare indicazioni in merito alle modalità di prosecuzione del protocollo riabilitativo.
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