Tecniche
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Tecniche mininvasive
La nostra equipe si avvale dell’utilizzo di tecniche mininvasive, che includono sia l’approccio artroscopico alle maggiori articolazioni sia gli accessi mininvasivi per le sostituzioni protesiche delle grandi articolazioni (anca, ginocchio e spalla).
Con il termine mininvasività non si intende dunque la dimensione dell’incisione chirurgica, ma ciò che viene fatto al di sotto della pelle, ossia risparmiare i muscoli, i tendini e i legamenti dall’insulto chirurgico.
Lo sviluppo di tecniche mininvasive attraverso vie d’accesso rispettose dei tessuti del paziente consente di minimizzare il danno a livello dei tessuti (il cosiddetto “risparmio tissutale”), il dolore postoperatorio e, in generale, permette un recupero più rapido e più efficiente dopo un atto chirurgico.
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Applicazioni tecnologiche di ultima generazione
La nostra equipe è sempre attenta alle innovazioni tecnologiche e all’avanguardia nell’utilizzo delle stesse.
Negli interventi per l’impianto di protesi delle maggiori articolazioni ci avvaliamo di tecniche di navigazione di ultima generazione, che orientano il chirurgo nel posizionamento della protesi assicurando massima precisione.
Abbiamo inoltre contribuito allo sviluppo di tecniche di realtà aumentata, che utilizziamo per la gestione di casi particolarmente complessi.
Basata sulla sovrapposizione di immagini virtuali (pre-programmate in fase preoperatoria) a quelle reali del chirurgo in sala operatoria, grazie all’impiego di un particolare tipo di occhiale, questa tecnica consente di aumentare la percezione e perfezionare il posizionamento dell’impianto protesico. Questo si traduce in un aumento della durata e della capacità dell’impianto di essere integrato dal punto di vista biomeccanico da parte dell’organismo.
L’impiego delle tecniche di realtà aumentata consente inoltre una maggiore velocità nell’esecuzione degli interventi chirurgici e una semplificazione delle procedure di sala.
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Approccio biologico
Stimolare la rigenerazione biologica dei tessuti: questo l’obiettivo delle tecniche di medicina rigenerativa di cui ci avvaliamo; interrompere e invertire il processo di degenerazione del tessuto, che è alla base di diverse patologie tendinee e articolari, riattivando la loro intrinseca capacità di riparazione e risposta agli insulti meccanici.
La medicina rigenerativa è un insieme di tecniche innovative che permettono la rigenerazione di tessuti e organi attraverso l’utilizzo di cellule capaci di differenziarsi e specializzarsi attivamente. In particolare, la medicina rigenerativa in ortopedia ha lo scopo di accelerare i naturali processi di guarigione del tessuto muscolo-scheletrico proprio grazie al potenziale rigenerativo di diversi preparati; essa offre un’ampia gamma di soluzioni infiltrative o chirurgiche per il trattamento delle lesioni muscolari, tendinee e cartilaginee: spetta allo specialista ortopedico scegliere la migliore, adattandola alla situazione clinica e alle esigenze funzionali del paziente. La corretta valutazione del paziente e la consapevolezza dei limiti di tali tecniche (che risultano insufficienti o inadeguate per ampie lesioni in fase avanzata) sono il presupposto per un utilizzo efficace e onesto di tali metodiche; in molti casi siamo in grado di allontanare nel tempo chirurgie maggiormente invasive o rendere più sopportabili i sintomi di patologie non trattabili.
La rigenerazione dei tessuti danneggiati avviene tramite prelievi di cellule dal paziente, che vengono filtrate e iniettate direttamente nella zona patologica. In particolare le metodiche che utilizziamo sono due:
- i fattori piastrinici derivati dal sangue del paziente (PRP, ossia plasma ricco di piastrine)
- le cellule mesenchimali derivate da tessuto adiposo sottocutaneo.
Il PRP (Platelet Rich Plasma) è un preparato autologo, ovvero ottenuto attraverso un prelievo di sangue del paziente stesso, che viene poi centrifugato per separare le componenti ricche di piastrine, liberandole dalle impurità. Il preparato viene iniettato con un ago direttamente nella zona lesionata (articolazioni o tendini); la grande quantità di piastrine presenti lo rende efficace nello stimolare la crescita di nuove cellule tessutali, che andranno a rimpiazzare quelle deteriorate.
Anche l’utilizzo delle cellule mesenchimali si basa sullo stesso meccanismo di prelievo autologo e successiva infiltrazione tramite ago, ma il prelievo viene effettuato tramite una piccola liposuzione ed il tessuto che viene poi infiltrato è di natura adiposa.
Non esistono limitazioni per l’applicazione delle procedure di medicina rigenerativa, che hanno dimostrato avere un’efficacia rilevante in situazioni diverse. Questo tipo di approccio consente di ottenere grandi risultati nel trattamento sia delle patologie tendinee (epicondilite ed epitrocleite, fascite plantare, pubalgia, tendinopatie a carico del tendine rotuleo, del tendine d’Achille e della cuffia dei rotatori) sia nelle fasi iniziali di fenomeni artrosici delle grandi articolazioni, in particolare nell’artrosi di anca e ginocchio. Pazienti giovani, la cui potenzialità di rigenerazione è già alta possono trarne una notevolissima utilità, mentre chi ha un’età più avanzata beneficia soprattutto del potenziale antinfiammatorio e di lubrificazione.
L’effetto lenitivo dell’infiammazione è sempre presente e non esiste alcuna controindicazione, tant’è che molti trattamenti prevedono più sedute, proprio allo scopo di massimizzare i risultati.È però necessario spiegare che la medicina rigenerativa non è in grado di risolvere situazioni difficili senza il ricorso alla chirurgia.
In ultimo, l’ ortopedia rigenerativa può anche essere sfruttata in sinergia con la chirurgia ortopedica tradizionale: in seguito ad un intervento di ricostruzione ossea (osteosintesi) o tendinea, l’utilizzo di cellule mesenchimali o PRP aiuta l’organismo nella guarigione e consentendo un recupero molto più veloce e completo.